venerdì 18 agosto 2017

In Nome di Dio

Padre, non rimproverarmi se bestemmio, è da te che ho imparato a farlo, ti ho preso d'esempio, ho preso il tuo nome e il Porco ho accostato, perché agli occhi di un figlio tu sei Dio. Maiale, perché non si butta via niente di te, persino il tuo animale domestico, Cane.
Hai migliaia di appellativi, tanti quanti sul calendario i santi che scendono quando il mignolo del piede si fa male, e la colpa è solo tua, Padre.
Assassino, perché fai morire.
Boia, perché fai perdere la testa.
Bastardo, perché hai resuscitato solo me, tuo figlio, Cristo!
In croce, rossa, non mi soccorrono, mi alzo e cammino dopo il terzo giorno, poi vengo da te e faccio ricorso.
Padre, sappi che nominano i miei sandali, e anche quelli dei discepoli che poi sono diventati santi, specie quelli che hanno il nome dei loro figli perché ricordano gli onomastici.
Urlano immensamente i nostri nomi soprattutto alle partite di calcio o durante il coito: “Oh Si! Cristo! Continua! Più veloce! Non ti fermare! Oh Dio! Più forte! Mettilo dentro! Goal! È entrato! Buca la rete! E la Madonna!”
Sulla strada, puttana, concepimento divino?
No! Si è bucato il preservativo!
Benvenuto bambino nel paese dei balocchi, apri gli occhi e ammira il cancello dei cieli celesti, dove ne fai parte da prima che tu conosca il tuo pensiero, da prima che tu possa conoscere il mondo intero. Cattolico dalla nascita, prendo i sacramenti della religione cristiana, senza sapere il perché, sono macchiato dal peccato originale, non ho fatto niente ma sono già un criminale, ho fatto più male del tuo intermediario terrestre che dietro la sacrestia gioca col chierichetto dandogli sculacciate sul culetto in segno d’affetto perché gli vuole bene, e si giustificherà con te senza tribunale, chiuso nel confessionale, paradosso del peccato.
Chiedo perdono Padre, puliscimi la fedina penale, ora sono pentito, in ginocchio recito il padre nostro, ora sono pulito, ho ancora un posto in paradiso.

Maister