Scogli sulla schiena sin da quando era bambina, Luisa col corsetto che la distingueva dal resto, cercava di stare in piedi ma cadeva a terra come quando inciampi nel vento o ti fanno uno sgambetto.
Concerti visti dal basso, come quando piangi ma nessuno vede le lacrime, come nei ristoranti dove non arrivano complimenti a chi ha lavato il piatto.
Luisa si malediceva, piangeva, sognava una vita in piedi per vedere i sorrisi dei suoi cantanti preferiti, così un giorno si mise in lista d'attesa, in lista per farsi raddrizzare la schiena.
Il medico le disse di pensarci due volte e di essere sicura ma Luisa ci pensava già da troppo tempo che mise la firma prima ancora che stampassero il documento.
E col rischio di rimanere paralizzata, affrontò la delicata operazione con il quale avrebbe visto la propria vita migliorata e per farsi coraggio si ripeteva “meglio rischiare con la possibilità di riuscirci che vivere una vita condannata”
Ora sono passati anni, Luisa si tocca la cicatrice e sorride, sente dentro di sé il freddo dei metalli, a volte ci scherza, a volte ci pensa, ma non ha più vergogna e mostra con orgoglio la sua cicatrice sulla schiena, ora sta in piedi senza problemi, ora poga ai concerti, ora vede sorridere alla sua stessa altezza i suoi cantanti preferiti.
Maister